venerdì 2 agosto 2013

SEDI DECENTRATE: I soldi non fanno la felicità... specie se sono pochi!

Sento un coro di allegria nell'annunciare che un paio di milioni sarebbero arrivati per supportare il polo di Taranto e un paio (o 2.5) per quello di Foggia.

Ora, io sono stato il primo a ringraziare.

Ma mi aspetterei dai candidati un commento un poco più dettagliato.  Molti addirittura non hanno ancora dichiarato niente, e quelli che l'hanno fatto, come il Galantuomo Galantucci, si è limitato a
Carissimi,
È davvero una bella notizia, ed una assunzione di responsabilità importante, l’attenzione manifestata dalla Regione Puglia sulla necessità di mettere a disposizione risorse per consentire il mantenimento dell’offerta didattica e delle attività del Politecnico nelle sedi decentrate. Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono adoperati per questo a livello della Regione Puglia, dei Comuni interessati e del Politecnico di Bari.
Invertire un trend è sempre un grande segnale di speranza.
Cari saluti
Luigi Galantucci

Si, ma cosa faremo con 4.5 milioni di Euro di segnali di speranza? Io ho insegnato a Taranto e posso dire che, come sede disagiata, aveva questi 200 mila Euro che servivano a finanziare cose varie anche studenti e dottorandi, a volte persino in quantità sproporzionata rispetto a quelli di BARI.  Si era creato a volte un paradosso di fondi automatici (e non competitivi, e non meritocratici) sulle sedi periferiche.

Perche' quindi abbiamo bisogno di 4.5 milioni di Euro per mantenere Taranto e Foggia? A me risulta che il Ministero non era per questo motivo che le voleva chiudere, ma per i paletti alla garanzia della qualità dei corsi, espressi non in milioni di euro che finanzia la Regione, ma in base a numero di docenti.

Vogliamo aumentare i docenti sulle sedi periferiche, alla rincorsa di 4,5 milioni di Euro? Lo si dica chiaramente, e si trattino questi docenti pero' non solo con promesse e senza rimborsi di trasferta. A questi sacrifici che essi faranno, rischiando di perdere il contatto con i grossi laboratori Madre, vengano date delle CONCRETE garanzie di sviluppo e di possibilità di lavorare.

Noi con chi ci confrontiamo?  Non certo con MIT che spende 500 milioni di Euro solo per rinnovare le sedi.  Non certo con la Russia di Medvedev che stanzio' 1 miliardo di Euro per fare SKOLTECH (www.skoltech.ru) un progetto in cui MIT viene pagato profumatamente (200 milioni) per organizzare un sistema complesso con garanzia di serietà ed assenza di corruzione.  Ebbene, io in questo processo di SKoltech ci sono entrato per invito, e sono uscito (per il momento) schifato per il livello di corruzione e il poco interesse scientifico.  Siccome intanto Putin non ama piu' molto Medvedev, Skoltech risschia di diventare anche pericoloso come posto per lavorare.

In definitiva, non conta solo i 4 milioni di Euro dati a Taranto e Foggia, conta come i candidati rettori interpretano queste "elemosina" nel quadro generale dello sviluppo del personale e delle carriere e della ricerca.  Noi a Taranto, se non ci fossero stati i Paletti della Gelmini, andavamo avanti anche senza luce e corrente!   Vi vorrei ricordare che la vicina ILVA ha preferito una guerra mondiale piuttosto che stanziare 8 miliardi di Euro per rinnovare i suoi macchinari, e non si e' mai degnata di darci 1 solo milione per fare ricerca. QUESTA E' LA REALTA' DA FAR WEST IN CUI OPERIAMO!

Vi vorrei ricordare quanto scrissi anni fa in questo blog sul particolare percorso cubano per universita' senza soldi (o quasi) e con risultati discreti:.

Non conosco i dati degli iscritti a questo corso, ma non siamo molto lontani dalla terza Revolucion Educativa di Castro, che tramite un'introduzione massiccia di televisori e computers in ogni piccolo villaggio di Cuba, conta di avere un maestro per ogni 15 alunni. Cuba ha 11 milioni di abitanti, di cui 2.7 studenti (25%), 300.000 "educadores" o "profesores"; esistono 13.543 centri di istruzione, e la spesa nell'istruzione è nel 2005 al 20% del PIL. A seguito della crisi degli anni '90, si era raggiunto una demoralizzazione nella scuola 

"Lo que estamos viviendo hoy es la tercera revolución educativa", asegura Néstor Ruiz, director de la Televisión Educativa, adscrita al Ministerio de Educación. La primera se dio en los inicios de los setenta, con la campaña de alfabetización. La segunda, en plenos setenta, consistió en la formación masiva de maestros de secundaria. Y esta tercera "se basa en la introducción masiva de medios audiovisuales en la enseñanza", asegura Ruiz.

Sono stati distribuiti 109.117 tv con 40.858 videoregistratori, esiste dal 2002 un "Canal Educativo" che trasmette dalle 8 della mattina alle 5 del pomeriggio. Sono stati formati piu' di 40.000 "profesores generales integrales", che insegnano appoggiandosi alla "teleclases elaboradas por la Televisión Educativa". C'e' anche un secondo canale di trasmissioni culturali.

Anche la "universalización de la educación superior": sembrerebbe che 380.000 sonno studenti universitari, raddoppiando il numero dell'anno prima.

Naturalmente a Cuba come per le Telematiche italiane, ci sono dubbi sulla qualità (che non è tuttavia necessariamente garantita dalle non-telematiche), e convegni di studio sul tema. 

Che la micro-parcellizzazione delle sedi italiane non fosse solo un passo timido verso il modello telematico e cubano? Perche' allora tornare indietro se questo andava semmai di molto potenziato e reso piu' efficiente con i sistemi informatici?


Ebbene, candidati Rettori, qualche parola piu' approfondita la vorrei sentire da Voi, dal Galantuomo Galantucci, che peraltro ora sui miei 500 voti raccolti, è in testa al sondaggio, ma anche dagli altri.

Saluti, Michele Ciavarella

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